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La Spagna, nonostante sia uno dei Paesi europei con il maggior numero di ore di sole, deve affrontare un problema significativo di carenza di vitamina D nella sua popolazione, ancora più grave che nei Paesi del Nord Europa. È importante essere consapevoli della necessità di sfruttare al massimo l’esposizione al sole durante i mesi estivi e primaverili per sintetizzare naturalmente la vitamina D, nonché di considerare il consumo di alimenti fortificati o di integratori durante i mesi invernali e autunnali.

Che cos’è la vitamina D?

La vitamina D funziona come un ormone e svolge un ruolo essenziale in diversi processi biologici, come la regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo e la funzione muscolare. La carenza di vitamina D è attualmente considerata un problema di salute pubblica a causa della sua elevata prevalenza e delle implicazioni cliniche.

Quali sono le conseguenze della carenza di vitamina D?

La conseguenza più comune della carenza di vitamina D è l’osteoporosi e l’aumento del rischio di fratture ossee. La carenza di vitamina D è anche associata a un aumento del rischio di sviluppare infezioni, cancro, malattie autoimmuni, malattie cardiovascolari e diabete mellito di tipo 1. I bambini possono sviluppare rachitismo, una grave forma di rachitismo. I bambini possono sviluppare rachitismo, gravi deformazioni ossee e crescita stentata.

Carenza di vitamina D diffusa in Spagna

Uno studio pubblicato l’anno scorso (2022) ha rivelato che il 75% della popolazione adulta della Catalogna presenta una carenza di vitamina D, ovvero una concentrazione sierica di 25-idrossivitamina D inferiore a 20 ng/mL .1 Se queste sono le cifre della Catalogna, possiamo immaginare quali saranno le cifre nelle regioni della Spagna con condizioni climatiche meno favorevoli, come le basse temperature o le frequenti precipitazioni. Al contrario, in Svezia, un Paese che non è esattamente noto per le sue lunghe ore di sole, questa percentuale non supera il 20%. Impressionante, non è vero?


Quali sono le ragioni della carenza di vitamina D in Spagna?

Nel corso degli anni, le abitudini delle persone sono cambiate. Oggi si lavora sempre meno all’aperto, i bambini passano molto più tempo in casa o a scuola e gli anziani sono sempre più istituzionalizzati. Inoltre, durante l’estate, il caldo porta spesso a evitare l’esposizione al sole nelle ore di punta, perdendo così la migliore opportunità di sintetizzare la vitamina D, soprattutto per adulti e bambini.


Anche l’uso eccessivo di creme con SPF elevato costituisce un problema. Una crema con un fattore superiore a 8 può ridurre notevolmente la sintesi di vitamina D attraverso la pelle. È importante trovare un equilibrio tra la protezione della pelle e l’adeguata esposizione al sole per la sintesi di vitamina D.


Sebbene la dieta mediterranea sia rinomata per la sua salubrità, non è in grado di fornire in modo univoco la quantità necessaria di vitamina D. Il pesce grasso o oleoso è la fonte più ricca di questa vitamina e, sebbene sia raccomandato nella dieta mediterranea, dobbiamo assicurarci di consumarne quantità sufficienti. Per avere un’idea, la Società Spagnola di Endocrinologia raccomanda un apporto giornaliero di 1000 UI di vitamina D, che equivale a consumare una porzione di pesce praticamente ogni giorno della settimana.


In Spagna non esistono programmi di sensibilizzazione generale sull’importanza di consumare alimenti fortificati o integratori di vitamina D. Al contrario, i Paesi del Nord Europa come la Finlandia e la Svezia promuovono attivamente l’integrazione e il consumo di alimenti fortificati e sfruttano al massimo l’esposizione al sole nei mesi estivi e primaverili per ottimizzare la sintesi endogena di vitamina D.


E cosa fare in inverno e in autunno?

In inverno e in autunno la sintesi cutanea di vitamina D è meno efficiente. La luce solare è meno intensa, passiamo più tempo in casa e indossiamo più indumenti, il che limita il contatto diretto del sole con la nostra pelle. In questo caso è importante tenere sotto controllo i livelli di vitamina D consumando integratori di vitamina D o alimenti arricchiti con vitamina D.

Consapevoli della riduzione delle ore di sole, la Svezia e altri Paesi nordici hanno attuato programmi di fortificazione alimentare con vitamina D. Latte, succhi di frutta e cereali per la colazione sono esempi di alimenti fortificati. Inoltre, in questi Paesi la popolazione è più consapevole della carenza di vitamina D, per cui è comune l’assunzione di integratori di vitamina D. Per questo motivo, la Svezia ha una carenza di vitamina D molto più bassa rispetto alla popolazione spagnola.

Voglio iniziare ad assumere integratori di vitamina D in modo sicuro: di cosa devo tenere conto? Quanto dovrei integrare?

Innanzitutto, è consigliabile consultare il medico per controllare i livelli di 25-idrossivitamina D (test della 25-OH-vitamina D). Se siete carenti o gravemente carenti, il medico vi consiglierà il dosaggio più adatto a voi.

Se si desidera mantenere livelli normali di vitamina D in modo sicuro e se si è una persona sana, si raccomanda di seguire le linee guida proposte dalla Società Spagnola dell’Osteoporosi e del Metabolismo Minerale (SEIOMM), un’organizzazione scientifica spagnola dedicata a promuovere lo studio, la prevenzione e il trattamento delle malattie legate al metabolismo osseo e minerale, come l’osteoporosi. Nel 2021, il SEIOMM ha pubblicato un aggiornamento delle raccomandazioni per l’integrazione di vitamina D nella popolazione generale 2. Secondo queste raccomandazioni, l’integrazione giornaliera o di mantenimento dovrebbe essere di 800-1000 UI/die per gli adulti sani e di 800-2000 UI/die per i pazienti con osteoporosi, fratture e/o anziani istituzionalizzati.

Massimizzare i benefici della vitamina D con la vitamina K2 e gli Omega-3

L’integrazione combinata di entrambe le vitamine determina un’azione sinergica che non solo aumenta l’assorbimento del calcio, ma riduce anche il rischio di calcificazione arteriosa3. La vitamina K2 agisce nell’organismo attraverso l’attivazione di specifiche proteine, dette vitamina K-dipendenti, come l’osteocalcina e la proteina Gla della matrice (MGP).

Un ulteriore beneficio può essere ottenuto aggiungendo a questa integrazione gli acidi grassi polinsaturi omega-3 (omega-3 PUFA). I PUFA omega-3, in particolare gli acidi eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA), sono coinvolti in percorsi metabolici che hanno come prodotto finale le prostaglandine della serie 3, che hanno la capacità di regolare la risposta infiammatoria dell’organismo e di ridurre l’infiammazione cronica. Questo ha importanti implicazioni per la prevenzione e il trattamento di malattie infiammatorie croniche, come l’osteoporosi 4-6. Diversi studi scientifici pubblicati finora supportano i benefici dei PUFA omega-3 sulla salute delle ossa, trovando una correlazione diretta tra la loro assunzione e il miglioramento della densità minerale ossea e la riduzione del rischio di fratture 7.

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Conclusioni

È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di assumere una quantità sufficiente di vitamina D, soprattutto nei mesi invernali, e trovare il giusto equilibrio tra la protezione dal sole e un’adeguata esposizione per la sintesi di questa vitamina così fondamentale per la salute.

Durante l’inverno e l’autunno, quando è difficile sintetizzare efficacemente la vitamina D attraverso la pelle, si raccomanda di consumare alimenti fortificati o integratori per mantenere livelli adeguati di vitamina D.

Riferimenti bibliografici

  1. Díaz-Rizzolo, D.A., et al., Livelli paradossali e subottimali di vitamina D in un’area mediterranea: uno studio basato sulla popolazione. Scientific Reports, 2022. 12(1): p. 19645.
  2. Casado, E., et al., Raccomandazioni SEIOMM sulla prevenzione e il trattamento della carenza di vitamina D. Journal of Osteoporosis and Mineral Metabolism, 2021. 13(2): p. 84-97.
  3. Palermo, A., et al., Vitamina K e osteoporosi: mito o realtà? Metabolismo, 2017. 70: p. 57-71.
  4. Calder, P.C., Acidi grassi Omega-3 e processi infiammatori. Nutrients, 2010. 2(3): p. 355-374.
  5. Serhan, C.N., N. Chiang e T.E. Van Dyke, Resolving inflammation: dual anti-inflammatory and pro-resolution lipid mediators. Nature Reviews Immunology, 2008. 8(5): p. 349-361.
  6. Castañeda, S., M. Garcés-Puentes e M. Bernad Pineda, Pathophysiology of osteoporosis in chronic inflammatory joint diseases. Journal of Osteoporosis and Mineral Metabolism, 2021. 13: p. 32-38.
  7. Kajarabille, N., et al., Una nuova visione del turnover osseo: il ruolo degli acidi grassi polinsaturi omega-3. The Scientific World Journal, 2013. 2013: p. 589641.

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